E così mi hai chiesto di consigliarti una serie TV
Se stai leggendo questo articolo è probabile che tu mi abbia chiesto di consigliarti una serie tv, o che comunque io abbia deciso di somministrarti i miei consigli in fatto di cose da guardare. La lista è in perenne aggiornamento, in nessun ordine particolare. Siediti comodo.

Call My Agent! (FRA — 2015)
Questa l’ho scoperta leggendo un articolo sulle serie tv che guarda Nanni Moretti. È una comedy francese da 6 puntate da 45 minuti per stagione. La serie segue un formato abbastanza originale, la protagonista è un’agenzia dello spettacolo parigina, che in ogni puntata deve occuparsi dei capricci, problemi, complessi mentali ed in generale dei cazzi di un attore o attrice francese.
A parte l’evidente qualità nella scrittura e nella messa in scena (mi sono venuti gli occhi lucidi a vedere un Walk-and-Talk a là West Wing), la cosa che mi ha sorpreso è la disponibilità all’autoironia degli attori coinvolti: in ogni episodio la trama è percorsa da un problema tra l’attore oggetto dell’episodio, e l’agenzia/la casa di produzione di un film. Gli attori interpretano se stessi in un continuo susseguirsi di situazioni imbarazzanti ed equivoci, alla fine è una specie di Boris in cui Stanis e Corinna sono attori reali, iperconosciuti (quantomeno oltralpe), ma che non per questo sentono il bisogno di interpretarsi come perfetti e senza macchia.
Intelligente, divertente, ben caratterizzato. Da guardare in francese con i sub (ma c’è anche in italiano). 7,5/10.

Broadchurch (GBR — 2013)
Un David Tennant sull’orlo della crisi esistenziale finisce ad indagare un agghiacciante omicidio in una grigia cittadina sulle scogliere della Manica. Basterebbe questo a convincervi, ma scaviamo più a fondo.
Tennant (DI Hardy) non è da solo: Olivia Coleman lo affianca nel ruolo del DS Miller (“Millah!”), a fare da raccordo tra lo straniero Hardy e il resto di Broadchurch. Anche lei interpretata benissimo, ci immerge fino al collo nella rete di mistero, falsa sicurezza e paura che cala sul tranquillo paesino inglese.
Poche serie mi hanno soddisfatto così tanto, in termini di tensione, profondità narrativa ed interpretativa, e ambientazione. Manco a farlo apposta anche lei è nella lista di Nanni Moretti. Mi ha fatto venire voglia di altro crime inglese, ma una così non l’ho ancora trovata.
Tennant = Dio, oscura, inglese. Rigorosamente eng sub eng, altrimenti è come non averla vista. 9,5/10.

Criminal: UK (GBR — 2019)
Serie antologica made in Netflix di rara qualità, vista la quantità di cacca che sfornano ultimamente. L’impostazione è semplice: sala interrogatori di una stazione di polizia inglese, un sospetto alla sbarra, in (quasi) tempo reale. Ci sono quattro ambientazioni di numero: la sala interrogatori, la sala di osservazione (quella classica con lo specchio oscurato), il corridoio e il pianerottolo con la macchinetta del caffè. Bastano a fare da contorno ad un drama psicologico che punta tutto sulla recitazione.
Il primo soggetto, surprise, è David Tennant. Non dico altro, guardatelo (No comment).
Ah, anche questo è nella lista di Nanni Moretti, giuro che lo conoscevo da prima.
Psicologico, scritto benissimo, commovente. Anche questo da guardare in inglese. 8/10

Seinfeld (USA — 1989)
Prima guardi How I Met Your Mother, poi passi a Friends, per vedere com’era prima, e alla fine arrivi a Seinfeld, capostipite delle sit-com moderne. Se bazzicate nel sottobosco della comedy americana sicuramente ne avete già sentito parlare, se invece è la prima volta aprite Prime Video e guardatevi la prima puntata.
Non è nulla di super impegnato, però è divertente, originale, dannatamente anni 90, e gli intermezzi stand-up di Jerry sono l’unica forma di stand-up che mi aggrada.
Leggera, divertente, perfetta per la pausa pranzo. 7,5/10.

A Very Secret Service (FRA — 2015)
Un’altra serie francese, sì, è vero, ma ho scoperto di avere un debole per l’umorismo d’oltralpe. Commedia, puntate da 20 minuti, maledettamente corta. È ambientata in una non meglio specificata agenzia di intelligence francese, nel 1960, nel bel mezzo della Guerra Fredda e della crisi dell’egemonia francese nelle colonie africane.
Ha un’umorismo quasi british, è spiritosa, veloce, piena di battute e situazioni comiche. I personaggi sono macchiette ma calzano a pennello tra le vicende a metà tra il realismo storico e l’assurdo montypythonesco.
Da vedere in francese, anche questa. Scende giù che è un piacere, perfetta per farsi qualche risata intelligente. 8/10.

Katla (ISL— 2021)
“IS” sta per Islanda, e Katla è un enorme vulcano come solo in Islanda li sanno fare. Katla è anche una serie TV fanta-thriller-psicologica in cui l’eruzione continua del detto vulcano ha cambiato la vita degli abitanti di un villaggio non ancora fuggiti dalla continua pioggia di cenere. Islandese fino al midollo, vi ritroviamo i tipici paesaggi lunari dell’isola nordica ancora più lunari visto che tutti gli elementi del paesaggio sono ricoperti di grigia cenere.
Dal punto di vista visivo è stupefacente, da quello della trama è ottima e con un pacing pressoché perfetto, ma è la recitazione quello che fa di questa serie un capolavoro. Fortemente consigliata se vi stuzzica il genere nordico, o se vi è piaciuta Broadchurch. Potrebbe essere definita come Broadchurch x Islanda x X-Files, in quest’ordine.
Misteriosa, grigia, di una lentezza maestosa. Essenziale la lingua originale, i paesaggi islandesi vogliono la recitazione in islandese. 8,5/10

American Vandal (USA — 2017)
Per un periodo (che forse non è ancora finito) siamo stati sommersi di serie e podcast true crime. Il format è sempre lo stesso: succede qualcosa, di solito un’omicidio, sono passati anni e il caso giace irrisolto, o risolto con un apparentemente lampante errore giudiziario.
American Vandal è la parodia del true crime all’americana in salsa teen: in ciascuna delle due stagioni del mockumentary seguiamo il direttore del telegiornale della scuola indagare su un complicato caso di vandalismo scolastico. Molto leggera ma condotta con uno stile serissimo che non lascia mai dubitare che in realtà i fatti narrati siano accaduti davvero.
Spassosa parodia del true crime all’americana, gli si perdonano piccoli difetti e sviste. Si sente la mancanza di una terza stagione, mannaggia. 9/10.
Up Next: West Wing, The Good Place, Bordertown, Borgen, Secret City, Community, Monty Python’s Flying Circus, Boris